Il punto debole dei sistemi di stampa, 3D che TERRORIZZA gli imprenditori meccanici

«C’è del marcio nel settore della stampa 3D per metalli», direbbe Shakespeare, se avesse scritto una tragedia su questo settore.
Non voglio fare il pessimista, ma quello che scoprirai in questo articolo non è di certo una commedia che ti farà sbellicare dalle risate.
Ti avevo promesso nell’articolo della settimana scorsa (lo troverai qui), di svelarti i 4 limiti della tecnologia SLM, la miglior tecnologia per stampare componenti per l’applicazione meccanica.
Mentre nella puntata precedente ti ho svelato i 3 limiti cruciali, che devi conoscere per evitare di ritrovarti con un mostro di stampante, ingestibile e mangia soldi, nella tua azienda; in queste righe invece ti parlerò dell’ultimo limite, un vero e proprio punto debole che non appartiene solo alla tecnologia SLM, ma che è intrinseco in qualsiasi sistema di stampa 3D presente sul mercato.
Alla fine però, chiuderò il sipario con un lieto fine, quindi in realtà la tragedia è l’esperienza che ho vissuto io sulla mia pelle, quando ho deciso di implementare una stampante 3D nella mia filiera produttiva e la commedia leggera sarà quella che, grazie al mio team e ai problemi risolti, potrai vivere tu.
Per prima cosa avrei dovuto trovare una soluzione per risolvere i tre limiti:
1) la maggior parte delle stampanti 3D usano il gas argon, letale e tremendamente costoso (0,99 euro al normal litro), problema che ho risolto realizzando una stampante ad azoto, un gas già presente nell’atmosfera per il 78%, che puoi avere gratis;
2) i produttori di stampanti 3D generalisti ti costringono a comprare a caro prezzo solo la polvere metallica presente sul loro listino.
3) nessuna stampante 3D al mondo è specializzata per l’uso di un unico materiale e questo comporta: pericolose contaminazioni fra polveri, nessuna specializzazione nell’assistenza tecnica e nessuna stampante 3D che sia ingegnerizzata e che si adatti alle caratteristiche di uno specifico materiale in modo da funzionare al meglio.
Io e il mio team di tecnici siamo stati i primi al mondo a costruire una stampante 3D per soli acciai: efficace e funzionale per stampare componenti in acciaio per l’applicazione meccanica.
Mi rimaneva però un ultimo e più importante limite da superare.
Secondo la ricerca Rise dell’università di Brescia, solo un’azienda su cinque usa la stampa 3D e solo il 5% delle aziende intervistate conosce a fondo questa tecnologia.
Gli imprenditori curiosi e desiderosi di implementare i sistemi additivi nella propria filiera produttiva erano ben il 50%, ma solo il 20% di loro ha cominciato a muovere qualche passo avanti per investire nel 3D.
Cosa blocca gli imprenditori e probabilmente anche te ad avvicinarsi alla tecnologia della quarta rivoluzione meccanica?
I limiti in realtà sono due, ma dato che sono interdipendenti, è come se fosse uno solo:
1) la scarsa reperibilità di informazioni chiare, alla portata di tutti e in lingua italiana;
2) il cambio di mentalità;
Al primo punto, ci sto lavorando con una grande sorpresa che scoprirai a novembre.
Molti imprenditori che mi contattato fanno un errore, che li fa allontanare dalla stampa 3D: mi chiedono dei pezzi stampanti in 3D, disegnati e ingegnerizzati però per i metodi tradizionali.
Non si può progettare un pezzo da stampare in 3D, nello stesso modo e con lo stesso ragionamento che si fa con i metodi tradizionali e non è colpa degli imprenditori se la pensano così: nessuno, né la stampa di settore, né i venditori di stampanti 3D generaliste ne parla.
I metodi tradizionali e la stampa 3D sono due processi diversi e quindi richiedono due procedimenti mentali e due ingegnerizzazioni diverse
Come quando dalla carrozza le persone sono passate a guidare la macchina, non solo hanno cambiato il mezzo di locomozione e lo stile di guida, ma anche il modo di vedere e concepire le distanze e quindi il mondo.
Il vero cambiamento quindi dai sistemi sottrattivi alla stampa 3D, lo devi fare prima di tutto partendo dalla mente e da come concepisci gli oggetti da produrre.
Alla fine dell’articolo, troverai un caso studio che ti spiegherà nei dettagli questo concetto.
Per risolvere questo limite, non ho solo ho ingegnerizzato una stampante 3D per acciai, che ti permettesse di produrre più velocemente, al minor costo, ma ho anche ideato un vero e proprio metodo produttivo innovativo, che aiutasse gli imprenditori di tutto il mondo a fare questo cambio di mentalità, in modo facile e veloce.
La reingegnerizzazione avviene con l’aiuto di un supporto tecnico specializzato in stampa 3D per soli ACCIAI che, assieme al tuo team tecnico, valuterà i vari cambiamenti da apportare, per produrre in modo più veloce e conveniente possibile.
Quando mi sono approcciato ai sistemi additivi, io non ho avuto questa opportunità, ecco perché voglio che la abbia tu.
Il Corsystem è l’unico metodo efficace per sfruttare un sistema di stampa 3D per metalli per l’applicazione meccanica e per rendere il tuo investimento PROFITTEVOLE sin dal primo giorno
Per capire con più chiarezza di che tipo di reingegnerizzazione sto parlando, hai l’occasione di scaricare gratuitamente, schiacciando sul bottone rosso in fondo alla pagina, un caso studio che in comparazione la produzione di un componente per uso meccanico nei due metodi, sottrattivo ed additivo.
Non solo vedrai come si trasforma il pezzo da asportazione truciolo a stampa 3D, ma troverai anche i dati economici e i tempi di produzione impiegati in entrambi i processi.
La comparazione e i risultati soddisferanno la tua curiosità: produco più velocemente i miei componenti meccanici con i metodi sottrattivi o con i metodi additivi? Con quale dei due metodi otterrei i costi produttivi più bassi?
Accontenta la tua curiosità: il caso studio gratuito lo trovi qui!